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a cura del Prof. Rino Francia

Mappa Bergamo 1780Caprino Bergamasco si affaccia alla storia soltanto nel 962 con il Diploma  dell’Imperatore Ottone I°  che fa dono al Vescovo di Bergamo di alcune località tra cui Caprino.  Il documento non dice molto. Certamente Caprino, come gli altri paesi ricordati, esisteva in precedenza, ma nessun’altra testimonianza ci è giunta.

Ottone Primo

E’ la prima volta che il paese rientra nel quadro generale della Storia con un provvedimento del primo imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Non è cosa da poco.

Un documento molto interessante risale al 1276 quando Caprino era già un comune funzionante. Si tratta di una pergamena dell’Archivio del Consorizio della Misericordia Maggiore,  custodito presso la Bibilioteca Civica A.Mai di Bergamo, rispolverata dal Dott. Arveno Sala.

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Si tratta del documento più antico del Comune di Caprino, cioè del verbale di delibera presa “in pubblico et generali Concilio” dai rappresentanti delle varie località del Comune l’8 Marzo 1276, convocati da Martino Frassoni, Console in carica. Con quella delibera il Console e tutti i presenti si impegnarono a contrarre con il Consorizio della Misericordia Maggiore un mutuo di 25 lire imperiali per l’acquisto di frumento e panico.

Non sappiamo se si trattasse di una carestia o di una prassi consueta di contrarre un mutuo necessario fra il paese che, secondo un’informazione del ‘500, produceva in abbondanza castagne e vini pregiati, ma “di grani tanti che possi bastare per sei mesi l’anno”. Il mutuo consentiva di giungere fino al nuovo raccolto.

Nel documento è detto che il Consiglio si tenne “ad Rocham Episcopi”, cioè alla Rocca del Vescovo, che il Dott.  Arveno Sala identifica situata nella zona del Castello di  Caprino. Del resto sembra naturale che il Consiglio si tenga nel territorio del Comune, anche se alcuni non condividono l’identificazione dell’edificio.Castello Caprino

Ma il motivo di grande interesse del documento è anche un altro:  da una parte la constatazione del sistema democratico per cui i rappresentanti delle varie località prendevano parte attiva alla stipula del contratto, dall’ altra constatare che i toponimi, cioè i nomi delle varie località, sono rimasti inalterati a tutt’oggi.

Caprino Bergamasco è citato come comune autonomo negli statuti di Bergamo del XIV e XV secolo dove si prescrive l’unione fiscale a Celana e Cisano. Nelle descrizioni confinarie di fine 1300 viene citato nelle coerenze dei comuni di Monte Marenzo, La Bretta (Torre dè Busi), Brivio (oggi Cisano Bergamasco), Palazzago, Pontida e Gromfaleggio (frazione di Pontida) che tuttora confinano con Caprino.

Un avvenimento grave che avvenne in territorio di Caprino fu l’uccisione del figlio di Bernabò Visconti, in località Opreno.

Ambrogio Visconti entrò nelle vallate bergamasche per reprimervi una rivolta istigata dalla fazione guelfa.

Fece incendiare il Monastero di Pontida, Caprino Bergamasco, Gronsalega. Il 7 Agosto 1373 entrò nuovamente nella Valle di San Martino e cavalcò verso Caprino Bergamasco senza particolari misure di sicurezza. Affrontato dai valligiani cadde in un' imboscata e riparò ad Opreno. In tale località fu ucciso da un colpo di lancia assieme con molti nobili ed uomini d’arme del suo seguito quali Ludovico da Correggio. Fu sepolto a Bergamo con solenni esequie.

Bernabò ViscontiPontida il Monastero

Ciò determinò la terribile repressione di suo padre, Bernabò Visconti, che venne di persona con un numeroso esercito e fece pagare duramente l’uccisione del figlio, devastando e depredando il territorio. Dopo quattro giorni di lotta (14-17 settembre 1373), l’ultimo manipolo di ribelli rifugiatosi nella Chiesa del Monastero di Pontida , ritenuto inespugnabile, si arrese dopo aver ottenuto la promessa di aver salva la vita.

Bernabò invece fece immediatamente decapitare sul sagrato della chiesa dal primo all’ultimo dei 52 ribelli con due monaci che li avrebbero ospitati e distrusse le facciate, l’abside, il campanile della  chiesa ed il cenobio del monastero.  Diverse reliquie e suppellettili furono predate e trasferite nella cappella del castello di Pavia.

Caprino diventa un centro importante dopo la Pace di Lodi del 1454  quando il territorio, conteso a lungo tra Milano e Venezia, viene definitivamente assegnato alla Serenessima con il confine segnato dal Fiume Adda. Da quel momento infatti diventa il centro della Valle San Martino dove  risiede il Commissario Veneto che amministra la giustizia, garantendo un lungo periodo di pace fino alla venuta di Napoleone.

 

 

 

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Doge FoscariGià in precedenza i popoli della Valle San Martino avevano sentito l’esigenza  di darsi uno Statuto, fin dal 1428 avevano dato incarico a Beltramo della Zonca di raccogliere le norme e gli usi dei Comuni, particolarmente di quello di Caprino. Gli statuti, approvati nel 1435, furono ratificati dal Senato Veneziano, come appare dalla copia della Ducale di Francesco Foscari del 30 Marzo 1435, emanata per la conferma degli Statuti, cui segue la presentazione a Caprino il 9 Aprile dello stesso anno. Furono poi liberamente tradotti dal caprinese Carlo Sozzi  (Statuta Municipalia Vallis S. Martini per Beltramum de la Zonca primum latine manuscripta anno MCCCCXXXV post auctore Carolo Sutio expurgata et italice reddita. Bergomi MDCCLVI).

 

La storia degli Statuti della Valle San Martino è raccontata da G. Maironi da Ponte nel suo Dizionario Odeporico della Provincia di Bergamo:


"Il territorio di Valsammartino è fertile anche di biade coltivandovisi con prosperità il frumento Triticum vilgare, ed il melicone Zea mays; ha copiosamente de’ gelsi, e qualcheDizionario Odeporico olivo. Ed i suoi abitanti industriosissimi sono eccellenti vignajouli, ed educatori de’ vermi da seta. Vi fioriscono le arti; il setificio vi è portato a grande perfezione, sicchè questa vallata è una delle più doviziose e ricche.

La sua capitale Caprino nobile borgata è sede della pretura e del distretto VII, essendovi oltre questo capoluogo altri ventun villaggi fra grandi e piccoli.

Sotto il governo Veneto vi amministrava giustizia con titolo di Commissario un nobile Bergamasco elletto dal Consiglio della città; ed era obbligato a giudicare secondo gli Statuti particolari della valle. Nell’anno 1435 il giurisperito Beltramo della Zonca, ricevuta commissione dai comuni della valle di porre in ordine gli statuti e le antiche consuetudini della medesima, compilò il volume primitivamente manoscritto degli Statuti, che attualmente rimangono. Essi furono approvati dal Doge Francesco Foscari il 30 Marzo 1435 e riconfermati il 13 aprile 1443. Nell’anno 1753 parimente per commissione delle comuni il dottor Carlo Sozzi trascrisse il manoscritto e ne fece versione in italiano, dopo di che fu stampato. Per siffatti Statuti, poteva il sig. Commissario giudicare in civile sino alle lire 2200 venete e in criminale le sole minime trasgressioni.

Assai Privilegi in allora ebbe questa valle, de’ quali godette costantemente, sicchè ebbe a sussistere il sullodato governo.

Questa valle quanto alla spirituale sino al 1787 appartenne alla diocesi di Milano; ma per convenzione dei ripettivi Sovrani uniformatisi i confini delle diocesi a quelli della Provincia, diocesana Bergamasca divenne la Valsammartino, siccome molti altri luoghi del nostro territorio che prima dalla Milanese arcivescovile curia dipendevano. Nullameno in questa valle si conserva l’antico rito Ambrosiano, tranne Somasca e Pontida, ove si osserva il Romano."

DIZIONARIO ODEPORICO DELLA PROVINCIA BERGAMASCA vol. III (G. Maironi da Ponte, BERGAMO 1820)  

 

 

 

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Nel 1596 risulta suddiviso nei cinque comuni autonomi di Caprino, Celanella (con Formorone), Perlupario, S.Antonio ed Opreno.

Con una circoscrizione corrispondente al censuario di metà Ottocento è registrato in tutte le fonti fino al 1797 quando assorbe i comuni di Celanella e Formorone formando un’unità amministrativa provvisoria territorialmente coincidente alla parrocchia di San Biagio. Nel 1805 ridimensiona la sua circoscrizione per l’erezione in comune distinto di “Celanella con Formorone” che viene riassorbito con la concentrazione dei comuni del 1809. Nel 1816 i due comuni di “Celanella con Formorone” e Caprino vengono ricostituiti secondo le circoscrizioni precedenti al decreto napoleonico di concentrazione (coincidenti con quelle dei censuari), ma già nel 1818vengono definitivamente riuniti. Da questa data non subisce altre variazioni fino al 1927 quando aggrega Sant Antonio d’Adda e raggiunge l’estensione attuale. Dal1861 è registrato nelle fonti ufficiali con la denominazione di Caprino Bergamasco.

Tra il Settecento e l’Ottocento Caprino raggiunse il periodo di massimo sviluppo. Non a caso il sacerdote Carlo Rosa nel suo testamento del 12 Gennaio 1890, lasciando la sua “libraria” ai comuni della Valle San Martino, designa Caprino come luogo dove devono essere risposti. Caprino “Comune celebre  fra l’altro anche per quei soggetti scienziati che prodotti ha sempre anche nei tempi passati

In tale periodo il paese ha un notevole sviluppo architettonico perché scelto come luogo di villeggiatura da nobili e borghesi che vi costruiscono prestigiosi palazzi con grandi “giardini di delizia e decoro” ,tutto il centro viene ristrutturato dal punto di vista edilizio.

Nella dimora nobiliare della famiglia Sozzi, il 6 giugno 1859 soggiornò  Giuseppe Garibaldi, ospite della Contessa Mallegori, durante la sua campagna per il reclutamento dei Mille. Tra questi c’è l’eroe del paese, Adolfo Biffi, di appena 14 anni, che cadrà a Calatafimi nel primo scontro con l’esercito borbonico.

In territorio di Caprino sorge il Collegio di Celana, voluto da San Carlo Borromeo nel 1578 come Seminario, aperto però anche ai popoli della Valle per lo “studio della grammatica”. Dopo la soppressione nel 1798, viene trasformato in Collegio dove confluiscono centinaia di alunni per frequentare il ginnasio ed i licei che non esistevano neppure nella città di Bergamo.

Vetrina CelanaCelebri professori danno lustro all’Istituto e prestigio al paese, attirando studenti non solo dal territorio bergamasco ma anche dalla Brianza e da altre regioni italiane. Per i loro studi si servono delle pregevoli raccolte di libri della Biblioteca Mandamentale, accresciuta per loro classici latini ed italiani.Libri Celana

È grazie all'interesse di Don Bernardino Gavazzeni, insegnante di scienze presso il collegio "Celana" alla fine dell'Ottocento, che si costituisce una importante raccolta di materiali e reperti naturalistici conservati ed esposti in un'ala dell'Istituto ed utilizzati quale supporto didattico per gli allievi.

La sua caratteristica principale, oltre all'importanza scientifica, è quella di aver voluto mantenere, nell' esposizione dei reperti, un'impronta tipicamente ottocentesca dando così al Museo anche una grande importanza storica. Visitando questo Museo sembra di tornare indietro nel tempo e di ritrovarsi a cavallo tra il XIX e il XX secolo; sono stati mantenuti e restaurati i mobili, le vetrine, le teche originali e le indicazioni presenti sui vari supporti sono ancora scritte rigorosamente a mano con la relativa denominazione sia scientifica che "in volgare".

 

 

Antonio GhislanzoniAntonio Ghislanzoni trascorre a Caprino i suoi ultimi anni di vita, portando una ventata di innovazione e Caprino per qualche anno ha anche un giornale: “La Posta di Caprino”.La Posta di Caprino

 

 

 

 

 

La Biblioteca Mandamentale, in funzione già dal 1820, non attira soltanto studiosi da tutto il territorio, ma è frequentata anche da semplici lettori, soprattutto dai primi anni del Novecento, quando viene arricchita da una sezione popolare con il prestito a domicilio.Biblioteca Mandamentale

 

 

Caffè Pagani

Il Caffè Pagani è il “salotto buono” dove si ritrovavano musicisti, come Giacomo Puccini, letterati, come Neera ed altre personalità della cultura e della politica.

Molto importante anche il Mercato di Caprino, di cui esiste anche un regolamento consultabile presso la Biblioteca A. Mai di Bergamo. Ad esso affluiscono da tutta la zona per il mercato dei bozzoli dei bachi da seta. Non a caso in località Filatoio fu costruita un’importante Filanda, la seconda di tutta la provincia di Bergamo, quella dei Conti Sozzi.

Tutte queste realtà sono illustrate nelle splendide monografie, curate dalla Fucina Ghislanzoni, in questi ultimi anni.

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Celana. E’ citato come comune autonomo negli Statuti cittadini del XIV e XV secolo dove, per fini fiscali, si prescrive l’unione con Caprino e Cisano. In seguito è assorbito da Caprino.Celana

Perlupario. Con la qualifica di comune è registrato per la prima volta nella relazione del Da Lezze del 1596. In seguito viene elencato distintamente in tutte le fonti consultate fino al 1797 (Prospetto di divisione del territorio bergamasco) quando, appartenendo alla parrocchia di Sant’Antonio, viene assorbito dal comune di Sant’Antonio.Perlupario

 

Sant’Antonio d’Adda. E’ citato con la qualifica di comune a partire dalla fine del XVI secolo (Da Lezze, 1596). Con una estensione circoscritta alla porzione meridionale dell’omonimo censuario ottocentesco, è registrato in tutte le fonti consultate fino al 1797, quando aggrega le comunità di Perlupario ed Opreno e raggiunge l’estensione del comune censuario. Dal 1812 al 1816 è aggregato a Caprino. Dal 1816 non si registrano altre variazione fino al 1927 quando viene aggregato definitivamente a Caprino Bergamasco. La denominazione di Sant’Antonio d’Adda è stata introdotta con R.D. n. 1426 del 28 giugno 1863.

Celanella. E’ citato come comune autonomo nella relazione di G. Da Lezze nel 1596 dove si elencano come sue contrade Bleggio e Formorone, registrato, quest’ultimo, anche tra le contrade di Caprino. Si separa da Formorone nel corso del XVIII secolo. Il comune, così ridimensionato, è registrato fino al 1797, quando viene assorbito da Caprino. Nel 1805, in unione a Formorone, riacquista la sua autonomia. Nel 1809 viene aggregato a Caprino; nel 1816 viene ricostruito e nel 1818 è aggregato definitivamente a Caprino.S.Antonio

Opreno. Compare per la prima volta nella relazione del Da Lezze del 1596. In seguito, ad eccezione del Prospetto delle distanze del 1740, è registrato in tutte le fonti consultate fino al 1797, quando viene unito a Sant’Antonio, in quanto ricadente nella medesima circoscrizione parrocchiale.

Formorone. Si separa da Celanella nel corso del XVIII secolo (già nel 1729, secondo quanto risulta da estimo conservato presso l’archivio comunale di Caprino Bergamasco – Istituzioni del territorio, 1997). Compare come comune autonomo in tutte le fonti successive fino al 1797, quando viene aggregato con Celanella a Caprino.

Opreno

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Giovanni da Lezze

GIOVANNI DA LEZZE – DESCRIZIONE DI BERGAMO E DEL SUO TERRITORIO – 1596

I passi che seguono sono tratti dalla particolareggiata descrizione redatta da Giovanni Da Lezze nella sua opera "Descrizione di Bergamo e del suo territorio"  del 1596.

 

Ombria

Et notta che quelli lochi che non sono descritti particolarmente sono contrade et non comuni et Cavrin di Sotto, Cava, Piazza, Sona et Ben. Da Bergomo vi sono milia XII et più et dal fiumme Adda milanese soli milia doi. Il tener o circuito o pur territorio di essa terra può esser intorno un milio. Qui resiede il Commissario over Vicario col suo palazzo dove habita et rende raggione con l’auctorità et utilità già desritte. In questa terra vi sono fochi n. 80, anime 384: homini dalli 18 fino alli 55 n. 106, il resto vecchi, donne et putti. Nel qual numero sono descritti soldati delle ordinanze: sei archibusieri, quatro pichieri, moschettieri niuno; galeotti quatro et quelli guastadori che per la caratta del estimo gl’aspettano, qual è de L.14:11 in valle. Il comun non ha beni nè proprii nè comunali se non un pò di riva o piazzola della quale non si cava niente. Si estraze per sorte ogn’anno un console fori da un bossolo ove in bolletini ne sono descritti vinti et finiti questi se rinova il detto numero, il qual console con sallario de L. 60 l’anno scode tutte le gravezze spettanti al comun conforme all’estimo et le page poi al tesorier generale come fanno gl’altri consoli. Et questa ellectione dei 20 imbosolati vien fatta dal consilio, quale si concrega alla presenza et nel loco del Comissario che è uno per casa, con doi sindici che rivedono i conti al console, quali hanno di sallario L. 3 per uno et soldi 30 al giorno quando vengono a Bergomo. Onde il console può maneggiar per conto del comun circa d.ti 200 al’anno. Nel particolar vi sono persone ricche che hanno stabili et mercantie nei borgi di Bergomo per mille ducati d’entrata et altri dai cento fino li 700. Si traffica de panni in essa terra et di sarze de intorno 12 pezze per sorte, ma li trafichi sono fatti da mercanti et da ricchi in Bergomo et negociano in altre parti del mondo come nella Marca et Roma dove sono quatro o sei di questa terra molto ricca in mercantia. In questa terra risiede il medico, il quale è pagato da tutta la valle con sallario de L. 400 l’anno. Et per esser la terra assai honorevole di persone et di habitationi et loco de confin vi praticano però molti Milanesi , la qual praticha rende gran disgusto a quelli populi, perchè caminando con l’arme et con li principali vivono della loro braura in gran timore. S.to Biasio chiesa parochial ha de entrada circa scudi 250, tiene un capellan et un altro capellan con sallario de d.ti 50; tiene in un’altra chiesa detta S.to Antonio di Prada lontan mezzo milio dalla terra. Vi sono diversi che hanno fatto legati per dar ogn’anno a poveri certa quantità di formento, nel qual maneggio il comun fa doi deputadi di principali del loco, ma molti non pagano et i poveri rimangono ingannati. Li ss.ri Rettori giudici in questo delegati coll’intervento di monsignor rev.mo Vescovo provedono ai bisogni. D. Pietro Sozzo habitante in Caprino, havendo XII famiglie de massari et altri sopra li suoi beni, il numero delle anime è compreso in quello del comun, ha lire tre di estimo in valle et però fa comun da per sè, contribuendo un archbuggiero delle ordinanze, con la debita porzione nel resto delle gravezze toccanti alla valle per la carratta del detto estimo.

 

Celanella

È terra sparsa in monte sotto ancora due altri nomi, Blezzo et Formoron, che sono contrade, lontana da Bergomo milia XII et da Adda confin all’incontro de Brevi milia 4. Vi sono in tutto fochi n. 42, anime 224; vecchi n. 13, homini da fatione n. 66, il resto donne et putte. Di questo numero ve ne sono descritti per soldati delle ordinanze: archibusieri n.1 , pichieri n. 1, moschetieri niuno; galleotti n. 1, con la portione poi debita del guastador conforme all’estimo della valle qual è de L. 3:9. Questo comun è povero, non ha alcuna sorta de beni. Si governa con un console con sallario de L. 32, rende conto a doi sindici quali hanno ancora loro un sallario L.3 per uno, pagando le gravezze al tesoriero generale, onde il suo maneggio può importar intorno d.ti 80. E’ tutta povera gente non raccoliendo grani per il viver de due mesi, ma vino da vender et pure la terra vale L. 100 la pertica. Sono sotto la parochia di Santo Biasio di Caprino al curato della quale pagano la decima. Dispensano a poveri undeci stara di formento che fanno in pane di un lasso che è per la Misericordia di quel loco che non ha altra entrada governata dai sindaci.

  

Perluparo

Terra situata a pè del monte chiamato Val Cava qual ha di circuito circa mezo milia, lontan da Bergomo 14 milia et dalli confini verso Adda et Brevi milanese circa 3 milia, dove è il porto altre volte nominato. Quelli monti di Valcava sono comunali da circa pertiche 200 de quali però non si cava niente. In questa terra vi sono fochi n. 28, vecchi n. 4, homini n. 43, donne et putti 73. Summano in tutto n. 144. De quali ne sono descritti per soldati delle ordinanze: archibustieri n. uno, nel resto niente et galeotto uno, pagando poi la portione del guastador che gli spetta secondo l’estimo qual è in valle de L. 2:2:3. Governa il comune un console con sallario de L. 30 l’anno, rendendo conto ai doi sindici sallariati de L. 2 l’anno, quale scode secondo detto estimo le taglie et paga le gravezze al thesorier della valle, potendo questo maneggio importar l’anno intorno d.ti 40, scodendo da ogni fogolaro et non dalle persone soldi 20 l’anno. Tutti sono poveri che non cavano il viver per tre mesi dell’anno et vino anco poco, tutto ciò le terre vagliono scudi 22 in 24 la pertica. Beni della Misericordia sono formento stara 16 incirca et L. 4 de danari quali da deputati sono dispensati alle povere persone di detto comun et pertinentie sue tanto per bocca.

  

Sant'Antonio

In collina è sparsa questa terra , lontana da Bergamo milia XII et da confini verso Brevi milanesi milia 3 in circa. Fogi o case n.21, anime n.104: homini da facion n.30, il resto donne, putte et vecchie. Fra questi vi sono descritti soldati delle ordinanze:archibuseri n.uno, nel resto niente; galeotto uno. Ha poi la debita portione del guastador secondo l’estimo della valle qual’è de L. 2:2. Il console con sallario de L.35 l’anno governa il comune rendendo conto a doi sindici, scode le taglie et paga le gravezze al tesorier generale, che può manegiar all’anno circa d.ti 60. Ogni persona paga soldo uno et un altro soldo per fogolar. Queste persone non sono ricche, ma anco poverissime perchè ognun di loro ha qualche cosa, ma però poco. Raccolti per sei mesi de grani, ma vino abbondantamente, tutta via la terra vale scudi 25 la perticha. Non ha parochia questo comun ma il curato loro è di S.toAntonio, chiesa sotoposta a quella di Caprino. La misericordia ha formento stara 13 si dispensa a poveri da sindici.

  

Opreno

La terra di Opreno è al monte sparsa dietro alla strada, lontana da Bergomo milia XII et dal Adda, Brevi milanese milia sei. Vi sono fogi o case n. 21, anime n.113 cioè:vecchi n. 4, homini da fatione n. 42, il resto donne et putte. In questi sono descritti soldati dell’ordinanze: archibusieri n.2, pichieri n. 2, moschetieri niuno et galeotti n. 2. Il comune non ha beni et è governato da console et ha di sallario L. 20 l’anno et dà conto a doi sindici, scodendo le taglie et pagando le gravezze al thesorier della valle con l’estimo de L. 6:6, maneggiando il console intorno d.ti 40 all’anno. Questi della terra vivono quasi tutti del suo et hanno raccolto per il loro viver aiutati massime dalle castagne, che ne sono in quantità et vino abbondantamente, valendoli le terre fino scudi 20 la pertica. Ha per la Misericordia stara doi et mezzo di formento che si fa in pane et dai sindici si dispensa a poveri.