FILANDA E FILATOIO : CATTEDRALI DELLA SETA (clicca sull'immagine per scaricare la pubblicazione in pdf)
Caratterizzata da una pianta a “U”rivolta a sud-ovest con due piani superiori, è stata successivamente trasformata per ampliamento nella prima metà dell’Ottocento ed innalzata di un piano nei primi del Novecento.
Ubicato a poca distanza dalla filanda e attestato lungo la strada provinciale,si trova l’edificio destinato originariamente a filatoio. Anch’esso databile alla prima metà dell’Ottocento, si caratterizza per la compattezza volumetrica. Nella foto del primo Novecento, denuncia ancora la propria sobrietà e unitarietà costruttiva per sfuocare nell’attuale difforme e indistinta composizione della facciata, a causa dei frazionamenti di proprietà subiti nel tempo e delle conseguenti ridestinazioni non sempre confacenti all’organismo originario. Fungeva da disimpegno e accesso agli spazi produttivi un cortile intorno al quale era strutturato sui tre lati un porticato con un lato inizialmente aperto e poi occupato da un altro corpo di fabbrica dei primi del ‘900.
Una valutazione complessiva ci porta ad affermare che i caratteri identificati degli edifici analizzati, da un punto di vista storico e tipologico sono riconducibili alle soluzioni costruttive tipiche degli impianti produttivi dell’epoca, quindi il valore di“monumento” di archeologia industriale assume significato non tanto per la sua “unicità formale”, ma per essere testimonianza di una “etnografia tecnica” specifica e di un importante brano di storia sociale ed economica del territorio.
Incuneati in un angolo del comune di Caprino, la filanda e il filatoio costituiscono un forte connotato di caratterizzazione simbolica e storica del territorio. Oltre che rappresentare uno spaccato di vita sociale produttiva, sono il segno tangibile dell’inscindibilità tra passato e presente, tra valori culturali ed economici: è urgente che tali segni siano tutelati e correttamente coniugati nell’ambito delle politiche di pianificazione urbanistica e di salvaguardia ambientale, magari attraverso progetti di riconversione non distruttiva di questi simulacri del lavoro umano.
Federica Cumitini DISFUSO. DISTRETTO COMMERCIALE NATURALE REFILLPROGETTO DI RETE DISTRIBUTIVA DI VICINATO PER
LA RIVALORIZZAZIONE TERRITORIALE DI CAPRINO BERGAMASCO ATTRAVERSO IL DESIGN DEI SERVIZI